Esiste un’arte tipicamente ebraica? E cosa possiamo o dobbiamo intendere al riguardo? La tradizione ha regolamentato soprattutto l’utilizzo delle immagini in ambito cultuale, spaziando da posizioni molto rigide a maestri che invece incoraggiano e promuovono le forme d’arte permesse. Tuttavia, su che cosa si debba intendere per arte ebraica la discussione è tutt’ora aperta e vivace, soprattutto in relazione alla possibilità di identificare dei tratti distintivi a prescindere dalle inevitabili influenze esterne.

Il corso ha quindi come obiettivo quello di presentare l’orizzonte tradizionale e complesso nel quale si colloca l’attività artistica ebraica distinguendo fra “arte religiosa” – soggetta al divieto di raffigurazione biblica (cf. Es 20,4-5 e Dt 5,8-9) – e “arte secolare” non soggetta a vincoli particolari. Il divieto biblico di raffigurazione, ripreso e commentato dalle fonti rabbiniche e finalizzato ad evitare l’idolatria in ambito cultuale, non è quindi un divieto assoluto dell’arte figurativa.

Nell’ambito del corso verranno sviluppati i seguenti nuclei tematici:

• La discussione relativa alla definizione di “arte ebraica” e dell’uso moderno del termine ’omanut per designare l’arte figurativa
• Immagini permesse e immagini vietate: gli ambiti relativi al divieto di raffigurazione biblica e i commenti rabbinici al riguardo
• L’arte “divinamente ispirata” di Betzalel per la costruzione e la decorazione del Tabernacolo e i suoi sviluppi all’epoca di Salomone e del primo Tempio
• L’arte sinagogale: origine e sviluppi nel tempo (cenni generali) con particolare attenzione al periodo rinascimentale e agli influssi dell’arte cristiana e islamica
• Le decorazioni sulle Ketubboth (Documenti di nozze), sulle Meghilloth (Rotolo di Ester) e sulle Bibbie miniate, con alcuni cenni riguardo all’arte calligrafica